Death Note come Anime e nella Critica

Oggi vorrei inaugurare anch’io la categoria “Anime & Manga” di questo forum per parlare di un grande fumetto giapponese che ha poi ispirato in seguito il cartone animato; una serie animata che aiuta le menti mature a riflettere sulla società moderna, sui suoi usi e i suoi costumi: quest’articolo è dedicato a Death Note.

Questo manga, pubblicato in Giappone nel 2003, è ambientato nel Sol Levante e narra di un ragazzo giapponese di nome Light Yagami, studente modello dalla mente geniale e molto ambizioso che è molto annoiato dalla vita quotidiana, nonchè insoddisfatto dalla grande criminalità, corruzione e perversione che avvolge il mondo; un giorno come un altro, nel cortile della sua scuola, nota un quaderno dalla copertina nera fatta eccezione per una scritta in bianco “Death Note“; Light scopre che questo è un quaderno in grado di uccidere qualunque persona per arresto cardiaco dopo quaranta secondi scrivendo all’interno dell’artefatto il nome della persona che si desidera eliminare avendone bene impresso nella mente il suo volto. Il ragazzo scoprirà che questo quaderno era stato lasciato cadere da uno Shinigami (dio della morte in giapponese, nonchè creatura ispirata proprio dalla mitologia del Paese del Sol Levante) di nome Ryuk, in quanto anche lui annoiato dal suo mondo, voleva rendere la sua vita più “spassosa” lasciando che lo trovasse un mortale affinchè lo utilizzasse; Yagami, ispirato dai poteri di morte conferitogli dal quaderno e spinto dal suo senso di giustizia, decide di utilizzare tale manufatto per riportare la giustizia e l’ordine nel mondo eliminando tutti i criminali al fine di costruire un nuovo mondo, un mondo popolato solo dagli onesti e dai giusti; intanto la polizia di tutto il mondo, l’FBI, i servizi segreti mondiali e l’Interpol iniziano ad indagare su queste strani morti d’infarto a cui succedono solamente ai criminali di ogni specie in ogni parte del mondo: dai ladri, ai mafiosi, ai stupratori, corrotti, terroristi e altri ancora, così che Light cominciasse a uccidere anche i poliziotti e altre persone che si avvicinavano alla verità in quanto erano un intralcio alla costruzione del nuovo mondo di pace.

Tutto questo finchè non interviene il migliore investigatore del mondo in quanto ha sempre risolto i casi su cui ha lavorato assieme all’Interpol: costui non mostra mai il suo volto al pubblico e si fa chiamare col nome di “Elle“, il quale capisce per primo che le strane morti arrecate ai criminali non sono opera di un castigo divino, ma bensì sono frutto della mano omicida di un serial killer che, incredibilmente riesce ad uccidere le sue vittime a distanza.

Da li in poi inizia una vera e propria caccia all’uomo tra il misterioso Elle e il ragazzo che ormai diviene noto al mondo col nome di “Kira” (diminutivo della parola ‘Killer’ in giapponese); nel quale il primo che commette un errore perde questa sorta di sfida nata tra i due. Da li in poi il mondo si divide in due frazioni: da una parte coloro che sostengono l’operato di Kira, in quanto rende davvero la giustizia tanto attesa che non sempre è garantita dallo Stato e dalla legge, mentre dall’altra parte vi sono i moralisti che sostengono che non è giusto che delle persone, anche se si sono macchiate le mani dal sangue e dai delitti, debbano morire a loro volta; e del resto lo stesso Elle sostiene che “Anche se i tuoi omicidi sono mirati a colpire i criminali, tu stesso che ti macchi dei loro stessi reati, sei esattamente come loro. E in quanto assassino io ti assicurerò alla giustizia”.

Questo è il tipico manga assolutamente non adatto alla visione da parte di un pubblico di minori, non solo a causa della presentazione al quanto inquietante, ma anche per via del fatto che il cartone affronta tematiche decisamente adulte, in quanto abbraccia vari argomenti quali: giuridiche, politiche, socio-morali, filosofiche e religiose.

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  • In ambito giuridico non si può certo negare che l’argomento sfocia sulla pena di morte ancora vigente in alcuni Stati del mondo: è giusto che un criminale, o comunque colui che viola la legge debba essere punito pagando con la sua stessa vita?
  • Da qui non si può quindi evitare di parlare di politica, poichè la pena di morte stessa è considerata comunque un atto d’esecuzione consentita dallo Stato che esercita il suo potere sul suo territorio d’appartenenza; in particolare si tende a sottolineare l’emissione della pena di morte da parte della magistratura nel nome della legge stessa sulla base del principio del ‘monopolio dell’uso della forza’ esercitato dallo Stato stesso nei confronti dei cittadini residenti all’interno del territorio sul quale viene esercitata l’insieme di norme con la motivazione di garantire la sicurezza nazionale, nonchè la fortificazione della norma stessa attraverso la sanzione, che in questo caso tende a far pagare a caro prezzo la validità della legge stessa e la difesa del cittadino.
  • Quanto alla società il tema della pena di morte è sempre stato da secoli molto discusso, in quanto sull’argomento stesso vi sono varie considerazioni da fare datosi che non sempre vengono assicurati alla giustizia persone realmente colpevoli, versando così sangue in realtà innocente, vi è poi il fattore della moralità sul tema per via del fatto che non tutti sostengono che il sangue e la delinquenza debba essere pagata con altrettanto sangue;
  • Bisogna considerare una tematica molto delicata quale quello della filosofia e in un certo senso anche della letteratura (classica e moderna), datosi che bisogna inevitabilmente discutere sul concetto di bene e male che è soggettivo; un uomo agisce secondo il suo modo di interpretare il bene o il male, in quanto per un individuo una determinata azione può essere considerata giusta e per un altro può risultare invece sbagliata, senza contare poi che una persona non è mai completamente buona o completamente cattiva, ma bene e male lottano perennemente dentro l’individuo e a seconda di quest’ultimo l’uno può prevalere sull’altro (per esempio per un cittadino comune che fa un lavoro onesto e paga le tasse facendo sacrifici per sostenere la famiglia la delinquenza è da considerarsi sbagliata ma ciò non coincide con il punto di vista del mafioso che invece sostiene di stare dalla parte del giusto nonostante egli commetta degli omicidi, estorsioni e quant’altro); altro aspetto da considerare sull’ambito letterario è che Light utilizza sistemi non conformi al buon costume come l’eliminazione fisica delle sue vittime, eppure ciò è motivato da un fine teoricamente e, in un certo senso, sostanzialmente benevolo, ciò può coincidere con la teoria machiavellica “il fine giustifica i mezzi” (del resto non è un caso che il protagonista si chiami Ya dalla parola Yami che in giapponese significa oscurità e Gami che significa nella medesima lingua dio. Nonchè Light in inglese è Luce ma i giapponesi lo scrivono col carattere Luna);
  • Ultimo aspetto da considerare è certamente quello religioso specie quello cristiano, datosi che i mezzi utilizzati da Kira vanno in contrasto con i principi di tolleranza, la pace, la misericordia e in un certo senso quello di eresia poichè Yagami con i poteri del Death Note non fa altro che sostituirsi a Dio Onnipotente nel giudizio di vita o di morte delle altre persone; e se tutto questo non dovesse bastare, è vero che la Bibbia contempla la legittima difesa, ma è anche vero che l’uso della forza è sancito nelle Sacre Scritture, appunto, solo come difesa (che tuttavia Light potrebbe anche essere giustificare in quanto miete le vite dei criminali principalmente per proteggere una comunità).

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In altre parole non c’è manga più adatto ad affrontare tematiche più che attuali, assolutamente non adatto ai minori per via dei suoi forti temi. Insomma una storia che merita di essere trattata in un saggio o in una tesi di laurea.

https://www.youtube.com/watch?v=FDqEmdrHcx0

Nico Adiletta

Nicola Adiletta nasce il 4 Agosto del 1991 a Nola (NA). Vive a Sarno (SA) e dal 2017 fino al 2021 ha collaborato presso uno Studio di Napoli come Consulente Finanziario e Legale, inoltre ha avuto piccole esperienze nel campo dell'organizzazione di eventi musicali. Ha partecipato a progetti culturali come amministratore ("capogilda") presso "La Gilda del lettore" e come vice direttore presso il blog culturale "Oculus Aquilae". Attualmente collabora come assistente in ambito legale in uno Studio Legale di Soccavo. È nel 2017 che pubblica il suo primo romanzo: "Ordine Crepusculum 1- Il Lamento degli Innocenti".